Dopo Sanremo e la performance di Achille Lauro, l’iconografia religiosa è diventata cool. Se poi a questo si aggiunge il fatto che, per ammirare gli acclamatissimi (giustamente) arazzi di Raffaello Sanzio esposti occasionalmente alla Cappella Sistina, bisogna alzarsi di buona lena, sfidare il sonno e presentarsi ai Musei Vaticani alle ore 8.25, allora l’experience che ha a che fare con il divino assume un’allure quasi mistica (opere d’arte a parte).
Così è andata oggi, grazie a un’idea della mia amica giornalista Cecilia Marotta, che qualche giorno fa mi manda un Whatsapp audio con voce roca (si era appena svegliata), e mi propone la visita al Vaticano per non perdere gli arazzi di Raffaello Sanzio, visitabili nell’ambito delle celebrazioni del V centenario della sua morte.
Ovviamente accetto, ignara che le giornaliste sarebbero dovute entrare alla Cappella Sistina tra le ore 8.30 e le 9:30. Lì per lì mi consolo ripetendomi, tra me e me, che sarebbe stata l’occasione per immaginare il volto (santifciato ancora) di Achille Lauro per ben 1o volte (tante sono le opere d’arte esposte). E non per essere blasfema, davanti a quegli arazzi un po’ il pensiero all’artista di Sanremo che al Festival aveva vestito anche i panni di San Francesco, mi ci è andato. Ma torniamo (seria) agli Arazzi di Raffaello nella Cappella Sistina...
Ecco in una gallery tutto il ciclo degli “Atti degli Apostoli”, voluti da Papa Leone X, realizzati su cartoni da Raffaello tra il 1515 e 1516 (con le storie delle vite di San Pietro e San Paolo), riproposti come arazzi a Bruxelles nella nota bottega del tessitore Pieter Van Aelst, ed esposti per la prima volta (anche se solo sette su dieci) nella Cappella Papale il 26 dicembre 1519, alla presenza del suo committente.
È curioso il fatto che il suo illustre creatore non riuscì mai a vedere esposto il suo ciclo di opere…