A cena a Il ristorante-Niko Romito del Bulgari Hotel Roma
Un’ascesa verso il Ristorante-Niko Romito del Bulgari Hotel Roma. Cinque piani che separano la vita di tutti i giorni da quelle esperienze che, si sa ancora prima di viverle, hanno il sapore dell’eccezionalità, in un ambiente dove si respira la bellezza eterna in chiave contemporanea. Tutto è curato con maestria nel salotto del gusto glamour che è la cifra stilistica dell’ospitalità firmata Bulgari nel ristorante al quinto livello dell’albergo aperto il 9 giugno scorso a piazza Augusto Imperatore. Una new entry – ospitata in un imponente edificio razionalista, già quartier generale dell’INPS – che tutti aspettavano e che si è rubata la vista privilegiata su due icone della capitale d’Italia: la prima appare in tutta la sua granitica magnificenza, l’Ara Pacis, splendido monolite di Richard Meier, un’architettura che più avveniristica che sembra proprio voglia sfidare gli stili del passato che tratteggiano da sempre i fasti di Roma, simboleggiati a un passo dall’hotel dal maestoso Mausoleo di Augusto, primo imperatore della città Caput mundi.
Un intreccio che si ritrova a tavola, nelle proposte del talentuoso chef abruzzese alla sua settima apertura nel mondo, che porta nel locale “che non vuole essere un fine dining – racconta Romito mentre consumiamo il suo interessante e convincente menu degustazione pensato per l’occasione – la mia idea di cucina italiana contemporanea. Una proposta nostrana nel mondo con la mia personale visione, che trova spazio in un brand internazionale come Bulgari. Un’offerta che ho trovato subito convincente e giusta per me”, conclude lo chef.
Un nome rinomato anche per essere il primo tre stelle Michelin, con il Reale di Castel di Sangro, ad aver creato un menu interamente vegetale. E che proprio al ristorante di Bulgari Hotel fa arrivare un piatto che lo rappresenta: Assoluto, un estratto di carota, sedano e cipolla, stemperato con Champagne, olio e salvia. “Sono i tre ortaggi più classici della nostra cucina, in estrazione, un concentrato vegetale più che un brodo, senza aggiunta di acqua”, spiega Romito, davanti a due commensali, me e la mia collega giornalista Carolina Carbonari, firma di chicche enogastronomiche imperdibili di Alfredo (Rolling Stone Italia) davvero conquistate dal gusto deciso ed equilibrato del piatto, presentato in una elegante tazza di tè.
Irresistibile la selezione di pane: un tris con Sfoglia con paprika dolce, sesamo bianco e rosmarino; Grissini con miele di castagno da Thun (l’incantevole cittadina sul lago della Svizzera) e il pane dello chef servito ancora caldo e realizzato con farine di grani antichi abruzzesi solina e saragolla, patata lessa e lievito madre. Un prodotto immancabile della tavola del Bulgari, da provare con l’olio del frantoio di casa, Carma, ospitato nella amata valle dei calanchi di Civita di Bagnoregio.
Momento amarcord, ma solo per un attimo, è l’omaggio di Romito alla tradizione con l’Antipasto all’italiana, otto assaggi per altrettanti deliziosi piattini vintage di Gio Ponti per Richard Ginori, che sembrano usciti dalla credenza delle sontuose residenze d’epoca con i décor dal sapore d’antan. Tra freddi e caldi, ecco un susseguirsi di squisiti bocconi, dalla Bruschetta con pomodoro infornato al Vitello tonnato alleggerito (la maionese con i soli tuorli), ventresca di tonno, polvere di capperi e pomodoro; dal Sugarello arrostito, limone e funghi chiodini al Carpaccio di manzo con maionese al pomodoro e misticanza. Ancora: dall’Alice alla beccafico con un gel di carpione al Cardoncello sotto vuoto e arrostito in padella con pepe e purea di prezzemolo; dal Polpo alla Luciana fino alla Frittatina di pasta con bucatini di parmigiano.
Nota di merito per il wine tasting che predilige produttori di nicchia biodinamici e bottiglie con grande personalità. Come Il Franciacorta DOCG Pas Operè Bellavista del 2016, l’IGT Zancona (Le Pianore) e il Bellone in anfora Nzù, prodotto di punta (a 90 euro in carta) della cantina di Cori nel Basso Lazio, l’azienda di Marco Carpineti molto nota per le sue etichette con ottimo rapporto qualità-prezzo. L’omaggio alla stagione autunnale prende forma nel primo piatto, che sorprendentemente sa di cacciatora: i Tubettoni (una Pasta Oro di Gragnano) con cavolfiore e Parmigiano Reggiano, con il cultivar di cavolo messo a maturare con aromi di zucchero, aceto e vino, per conferire un gusto particolare dai sentori più ampi. Il calice di Barolo Perarmando, a base delle più pregiate uve di Nebbiolo e dedicato ad Armando Parusso, fondatore dell’antica azienda delle Langhe, accompagna invece il Vitello fondente (brasato, con una lenta cottura in umido), pasta di nocciola e tartufo bianco.
Dulcis in fundo di questo godibilissimo e prezioso viaggio alla scoperta della cucina italiana contemporanea attraverso lo Stivale che Niko Romito ha ideato per il Bulgari Hotel a Roma, è il delizioso Babà agli agrumi e sorbetto alla mandorla, (con candito di limone e gelato di mandorla). Un dessert fresco servito assieme a un cocktail tipo Daiquiri, a base rum, vanilla sugar e lime, dove l’essenza naturale di ylang ylang crea l’alchimia più raffinata, omaggiando nella mixology l’iconico profumo Chanel numero 5.
L’esperienza al tavolo a Il ristorante-Niko Romito è esaltata dall’ambiente, che si apre alla vista dopo aver attraversato un lungo corridoio a volta rivestito con una boiserie di legno laccato color castagna che si ritrova nelle salette che si susseguono, per creare gli angoli intimi e riservati del locale, che alterna tavolini in marmo dalle forme rigorose color nero alle linee sinuose dei sofà color crema e ruggine, dalle consistenze morbide, che avvolgono come in un elegante abbraccio ad alto tasso di stile l’avventore. I lumini di design scaldano l’ambiente, mentre l’ospite è coccolato in un susseguirsi di maître, sommelier e camerieri che narrano i protagonisti della cena con grande passione e maestria, oltre che con una particolare cura (quasi a voler fugare ogni dubbio sulla predisposizione dello staff a voler regalare a tutti i costi un’esperienza speciale a chi si siede a tavola).
Prima di andare via – essendo stata invitata come ospite per il mio blog – ho chiesto quanto potesse costare una cena da Romito. Siamo intorno ai cento euro, bevande escluse. Un prezzo che vale a mio modesto parere di essere speso, se ci si vuole regalare un’emozione a colpi di gusto (per chi ama i sapori ancora riconoscibili, seppur lavorati con grande tecnica e fantasia), in un ambiente che sembra quasi sospeso fuori dal tempo. Da non sottovalutare che il viaggio in centro, dopo le ore 21, non è così tanto estenuante (a quell’ora si parcheggia molto bene anche a via di Ripetta stessa, non lontano dal civico 73 dove si sale per raggiungere il ristorante).
Ringrazio tutto lo staff, lo chef e la PR che mi ha invitato a vivere questa nuova avventura culinaria nella mia amata Roma, dopo aver visitato e provato altre locations mozzafiato che trovate nella sezione Food del mio blog (dall’Hassler al De La ville, al Rome Cavalieri e molti altri). Un grazie gigantesco va anche al brand che ultimamente mi accompagna in tutte le mie uscite mondane: Mimì et Mama alta sartoria, che potete trovare in centro storico a piazza della Pollarola dietro Campo de’ fiori.
Cliccando qui trovate il reel di Instagram sulla serata. Non perdetelo. Con amore, Bibi