Viaggio ad Anguilla, le esperienze da non perdere
Chi mi ha seguito, lo sa: il viaggio ad Anguilla è stato la mia casa lontano da casa. Ora che si avvicinano le ferie estive, non posso non condividere tutto il meglio che quell’isola dei Caraibi così speciale, ancora autentica e così sincera, ha saputo darmi, anche inaspettatamente. Non solo per le spiagge bianche semideserte bagnate dal mare color turchese, un’offerta culinaria di qualità e dalle molteplici anime, o per i soggiorni con ogni comfort nell’intimità di ville esclusive e serate nei “beach bar” con concerti di musica reggae, jazz e funk. Anguilla, nelle Indie occidentali britanniche, è molto di più e permette di ritrovare un po’ il nostro lato più selvaggio, fiero, primordiale, che è una condizione irrinunciabile quando si stacca da tutto e tutti, per rigenerarsi.
Viaggio ad Anguilla, le esperienze da non perdere
Il tour dell’isola di Anguilla a bordo di un Moke, l’iconica auto d’epoca britannica risalente al 1964 che si prende in affitto per 120 dollari al giorno. Non facilissimo da usare, il veicolo senza capote e con la carrozzeria color pastello, vi condurrà alla scoperta del gioiello dei Caraibi, tra panorami mozzafiato con il vento tra i capelli e dimore tradizionali. Come Hope Cottage degli anni ’50, col tetto rosa di legno e le mura di pietra calcarea tinte di giallo e bianco. Raggiunto il punto panoramico più alto dell’isola (213 piedi, poco più di 64 metri di altitudine), si apprende che la Old Court House, la ex prigione con tribunale risalente al 1955, è in fase di restauro e in futuro si potrà visitare. O, ancora, la Casa delle piantagioni Wallblake House, costruita nel 1787 dagli schiavi che lavoravano nei suoi possedimenti.
Rum tasting e wellness come in Thailandia alla Zemi Beach House. Un hotel dove un passaggio è d’obbligo, per un “tasting menu” speciale a base di rum: vanta oltre cento etichette, dall’Appleton jamaicano invecchiato 50 anni al Brugal Papa Andres della Repubblica Dominicana. La spa, invece, è un inaspettato villaggio tradizionale thailandese, i cui materiali risalenti a 400 anni fa sono stati importati proprio dal Paese asiatico: dall’hammam al “Therapeutic well-being”, i suoi trattamenti sono una calamita.
Gita a cavallo sul mare o nell’entroterra. È possibile organizzare una passeggiata in spiaggia e anche nei sentieri che conducono alle saline e alle mangrovie dell’isola, in sella a uno dei cavalli dell’allevatore nomade e rasta Zambezi Richardson (anguillahorses@gmail.com).
Il locale per ascoltare musica di qualità. “The place to be” è Dune Preserve, “tempio della musica” di Bankie Banx. Chiamato il “Bob Dylan di Anguilla”, amico del cantautore americano Premio Nobel per la letteratura, con cui si è esibito in diverse jam session sull’isola, il magnetico e sbalorditivo performer di reggae, jazz e funk intrattiene nel suo localino sulla spiaggia un pubblico eterogeneo, rapito dalla voce ruvida e profonda di questo grandissimo artista che si esibisce con voce, chitarra e fisarmonica. A Sandy Ground, invece, si vive la nightlife da Lit Lounge, Elvis’ o Johnno’s.
Dove dormire ad Anguilla. Gli hotel sul mare sono dei rigogliosi giardini tropicali con dei cottage o appartamentini a un passo dalla spiaggia, come Anguilla Great House, sede del soggiorno in passato di Elizabeth Taylor, oppure il Carimar Beach Club Hotel. La soluzione per un soggiorno immersi nello charme di lusso tipico è il Malliouhana Hotel, mentre per chi cerca delle ville nella privacy, l’indirizzo da raggiungere è Altamer resort, un pugno di ville private con maggiordomi, “private chef”, piscina, panoramici “rooftop” e “sky terrace” a Shoal Bay West.
Cosa mangiare ad Anguilla. I “fine dining” nei grandi resort sono “Salt” del Four Seasons, così chiamato perché usa il sale locale, e il raffinato “Celeste” del Malliouhana. Tra i ristoranti gestiti dalla gente del posto e deliziarsi con aragoste e le loro varianti più piccole (crayfish), a Meads Bay c’è Ocean Echo, nel West End invece si va da Sharky’s. Ancora: Blanchards a Meads Bay è la cucina creativa e innovativa della chef Melinda Blanchard, mentre il venerdì sera si mangia lo street food fatti al barbecue dagli anguillani nei loro cortili. Da non perdere la “Crayfish night” con le sue appetitose scorpacciate in salsa di aglio e burro, a soli 5 dollari. Si trovano da Roy’s Bayside Grill e Tasty’s a Sandy Ground. Solo per stomaci forti è la Johnnycake, la focaccia di farina di mais ripiena di un pesce balestra chiamato “Old wife”.
Le spiagge di Anguilla. Se ne contano 33, tutte paradisiache, anche se le mie preferite sono: Maundays Bay, che ospita il resort di lusso Cap Juluca, a Belmond Hotel. Shoal Bay East è la più nota, con la sabbia bianca, il mare dalle sfumature turchesi pluripremiato e l’esclusivo Zemi Beach House. Rendezvous Bay è l’eden che tutti immaginano: un’oasi di pace dove nessuno osa rubare la scena alla natura caraibica. La gita è da Sandy Ground a Sandy Island, un atollo in una Riserva Marina Protetta, circondato da un’acqua quasi trasparente che regala alla riva frammenti di coralli che sembrano ventagli. Il pranzo a base di “crayfish” (60 dollari per un piatto abbondante) e bicchiere di “Rhum punch” è il “must do” in questo luogo.
Quando organizzare il viaggio ad Anguilla. Il vantaggio di andare d’estate, tra giugno e agosto: poiché il mercato americano incoming (il 90% degli arrivi) si fa meno frequente, il budget per la vacanza diventa decisamente meno proibitivo: le tariffe si assottigliano di circa il 30% e il meteo è comunque buono, per godersi il viaggio ad Anguilla.
Come raggiungere Anguilla dall’Italia: si può volare su Saint Martin via Parigi con Air France (le tariffe in Economy partono da circa 1100 euro) e, iscrivendosi gratuitamente al programma Flying Blue, si hanno da subito vantaggi come il 10% sull’acquisto di posti speciali. Una volta atterrati, si sale a bordo di una barca (la ferry pubblica costa ai non residenti 28 dollari, 75 se si opta per il charter Calypso).