Mangiare wagyu a Roma: il percorso degustazione di Taki
Mangiare Wagyu a Roma è possibile in diversi ristoranti giapponesi e non solo a Roma. Ma se cercate il ristorante dove poter fare un vero e proprio percorso degustazione all’insegna della carne di manzo del Sol Levante che vanta la qualità di essere la migliore al mondo, provate Taki in via Marianna Dionigi dei titolari Onorio e Yukari Vitti. Il valore aggiunto del locale a un passo da piazza Cavour, oltre alla grande varietà di proposte dedicate a questa prelibatezza, è che la proprietaria è originaria di Kyoto e ha importato nella cucina dell’insegna capitolina, molte delle ricette della tradizione nipponica con cui è cresciuta durante la sua infanzia e adolescenza.
Da Taki la Wagyu proviene dalla prefettura di Hida, la montagna giapponese del Nord, ancora incontaminata come le vette più inesplorate delle nostre Dolomiti. La sua carne arriva da un allevamento speciale, perché non accoglie più di 200 capi che crescono allo stato naturale, liberi e in un territorio dove non si usano i fertilizzanti. La materia prima che se ne ricava, quindi, è di grande pregio, con una marezzatura pari al numero cinque, che ne avvalora l’eccellenza. Nutrirsene, poi, vuol dire dare al nostro corpo un apporto importante, essendo ricca di Omega 3 e non contenendo grassi che fanno male. Va fatta però una considerazione riguardo il suo costo: 130 euro per 150 grammi di prodotto. Un prezzo che dipende dal suo essere così pregiato (ben oltre la carne di Kobe che è diventata così in voga per il marketing aggressivo degli Stati Uniti che l’ha riguardata negli ultimi anni), e che non è esattamente per tutte le tasche. Ma per celebrare a tavola delle occasioni speciali o per chi può permettersi una tale spesa, la Hida Wagyu di Taki sa davvero ripagare la spesa, in termini di sapori e consistenza. Chiudendo gli occhi, la sensazione al boccone è di avere a che fare con un “burro” ricco di gusto.
La degustazione di Hida Wagyu da Taki parte dall’antipasto e si conclude con il secondo, passando per un primo della vera tradizione giapponese. Il via si dà con il Sushi Kaiseki, composto da una giostra di Nigiri tra salmone, tonno e pesce bianco impreziositi da tartufo, caviale e foglie d’argento, ma anche di Wagyu con zenzero, una base di anguilla in salsa teriyaki e, per concludere, un gunkan di Wagyu Shigureni, a base di Wagyu, zenzero cotto con brodo dashi e salsa di soia.
Si passa poi alla elegante ciotola smaltata dell’appetitoso Hidagyu Don, che contiene riso bianco, una speciale zuppa giapponese di cipolla e la carne Hida Wagyu cotta a bassa temperatura. Si finisce il rituale culinario con una bistecca di Hida Wagyu presentata al tavolo con metodo giapponese, ovvero su una pietra lavica temperata che ne mantiene il calore e con delle gemme di sale maldon, per esaltarne il già squisito gusto.
Tutt’intorno l’ambiente è raffinato, tra tavoli e sedute dallo stile minimal e dalle tonalità del nero e del violetto. Non mancano gli inserti dei décor tipici del Sol Levante, come i ventagli, le sete, i libri e le ceramiche usate nella tradizionale cerimonia del tè. Un microcosmo che, grazie a Yukari che è una grande collezionista di pezzi d’arredo dell’Estremo Oriente, rende Taki un ristorante “gioiello” con piccolo museo che ci traghetta fino al più lontano Est.