Vacanza in fattoria. Il modo giusto per rigenerarsi dopo mesi di costrizioni e confinamenti a causa della pandemia. Io l’ho provata in Austria nella Valle dello Stubai, che si trova subito dopo il confine italiano con il Brennero. Posso dirvi che tra i miei infiniti mondi vissuti, quel soleggiato microcosmo del Tirolo è un luogo che è riuscito in un battibaleno a farmi liberare dallo stress e a uscire da quella sindrome della capanna che ai tempi del Covi ha affetto un po’ tutti, lasciandomi riappropriare in modo “slow”, all’insegna dell’autenticità più genuina, della mia più sentita normalità: quella di una Travel journalist a caccia di esperienze autentiche con I viaggi di Bibi.
L’indirizzo da raggiungere per la mia vacanza in fattoria nella Valle dello Stubai era l’Ausserwieserhof, governato da un’inossidabile coppia – gli Schönherr, con a capo Franz e Christine – che da decenni vendono il loro latte all’Italia per trasformarlo in yogurt e formaggi. La loro fattoria è ospitata in una sconfinata distesa verde brillante, puntellata di masi e attraversata da un potente fiume d’alta quota.
Durante il soggiorno vale la pena conoscere meglio i vari appuntamenti che impone la vita di due contadini. Ho partecipato quindi alla visita guidata dell’azienda agricola, ammirando le stanze del fieno, usato come letto delle mucche che nei mesi estivi sono in fattoria mentre in inverno escono libere in alpeggio; ma anche quelle delle macchine agricole che servono a falciare l’erba, o della lavorazione del latte, e anche del pollaio e di un piccolo museo con campanacci secolari custoditi dai proprietari. Il cellulare, come ho fatto io, potete tranquillamente lasciarlo spento.
A svegliarmi durante la mia vacanza in fattoria ci ha pensato il gallo. Ma il mio momento della giornata preferito è stato quello nella stube, dove si fa il pieno di energie con tante prelibatezze della fattoria a disposizione per la immancabile colazione contadina: pane, marmellate, burro, yogurt, latte, uova, carne, speck tutti prodotti rigorosamente locali e il mio amatissimo succo di fiori di sambuco fatto in casa.
La zona destinata a casa vacanze dove ho pernottato è un’ala dell’abitazione degli Schönherr: gli arredi sono in legno chiaro (con quell’intenso profumo di pino cembro che rimane impresso) e in tessuti tipici tirolesi sia negli appartamenti (da 100 euro per due persone a 140 per quattro), che nelle stanze (100 euro con colazione a coppia).
La natura lì fuori è come una grande area wellness: a che servono sauna e bagno turco se avete a disposizione il ruscello fresco e il percorso kneipp dentro casa? E che bello andare a piedi scalzi anche la sera al crepuscolo sul prato intorno alla fattoria, per riconnettersi con la terra e inglobare l’energia sufficiente a contrastare lo stress accumulato in questi difficili mesi pandemici…
Molte fattorie, che come quella di Franz e Cristine sono anche “kids friendly” e si pongono come alternativa valida ai blasonati e costosi family hotel, sorgono anche in luoghi idilliaci, dove finisce la strada. Rifugiarsi in una di esse è l’ideale per trovare aria ancora più fresca. Una location che è possibile affittare è quella degli Schönherr a 1600 metri di altitudine sopra Neustift, dove si trova la “Stöcklenalm”, una accogliente baita di montagna capace di ospitare fino a cinque persone (per 300 euro al dì), in un piccolo insediamento popolato solo da un pugno di malghe e da vitellini al pascolo.
La Valle dello Stubai è accessibile senza costi riguardo molti servizi: chi pernotta in una delle sue cinque città, infatti, riceve la “Stubai super card”, che permette tra le altre cose di usufruire gratuitamente dei mezzi di trasporto, dagli autobus agli impianti di risalita.
Il viaggio è molto comodo e confortevole. Basta salire infatti sui treni austriaci della “OBB” a Bologna o a Verona, per farsi cullare – stazione dopo stazione – dal lento movimento dei vagoni che permettono di varcare senza difficoltà il confine del Brennero e arrivare a Innsbruck, “porta” del Tirolo e da lì raggiungere la Valle.