Coral planting alle Maldive per salvare il reef dell'Oceano Indiano
54411
post-template-default,single,single-post,postid-54411,single-format-standard,edgt-core-1.2,ajax_fade,page_not_loaded,,vigor-ver-1.12, vertical_menu_with_scroll,smooth_scroll,wpb-js-composer js-comp-ver-5.0.1,vc_responsive

Coral planting alle Maldive per salvare il reef dell’Oceano Indiano

Coral planting alle Maldive

Oggi vi parlo di Coral Planting alle Maldive, dopo il mio post blog in cui vi ho raccontato il corso di Mermaiding, per imparare a nuotare come una sirena. Si tratta di un’altra straordinaria attività da fare durante una vacanza al Siyam World Maldives. Un resort 5 stelle ospitato sull’isola Dhigurah nell’atollo di Noonu, dove è possibile partecipare all’attività di Coral planting and reef restoration. Dopo una passeggiata sulla sabbia di frammenti di corallo bianco, si raggiunge l’ombreggiato angolo sul mare dedicato al workshop speciale a cui possono prendere parte tutti gli ospiti, ma indicato per chi ha veramente a cuore la tutela dell’ecosistema marino e dei reef danneggiati per via dell’aumento delle temperature nell’Oceano o di predatori naturali come la Stella corona di spine, una stella marina violacea provvista di spine velenifere e talvolta responsabile, appunto, di invasioni molto distruttive ai danni della barriera corallina.

Coral planting alle Maldive

Io alle Maldive che partecipo al Coral planting

Iniziamo col dire che i coralli sono piccoli animali chiamati polipi, a forma di cetriolo di mare in miniatura che possono formare colonie. Le barriere coralline sono tra i più grandi e complessi ecosistemi del Pianeta e servono come rifugi, riserve di cibo e vivai per i loro numerosi abitanti: dalle più piccole alghe a numerosi pesci. Come i Nemo, o pesci pagliaccio, protagonisti nel resort del non lontano Sun Siyam Iru Fushi, un isolotto  circondato da un’acqua turchese trasparente, che ospita tra i suoi fondali il Nemo Garden per uno snorkeling adatto a tutti, con l’area sottomarina poco profonda ricca di colorati coralli e degli esserini fluttuanti color arancione, bianco e nero, resi celebri dalla Pixar e dalla Disney con il personaggio che dà il nome al sito, l’amatissimo protagonista del film “Alla ricerca di Nemo”.

Ma torniamo al Coral planting and reef restoration: in compagnia di Thuhu, un’esperta biologa marina, si dà vita a una sessione in cui ci si prende cura dei coralli malati o stressati che si trovano spezzati nei fondali, che si siano staccati dalla restante colonia, ma che sono ancora vivi (si riconoscono perché il loro colore non deve essere completamente bianco e non devono essere completamente ricoperti da alghe).

Coral planting alle Maldive

La struttura di ferro con i coralli stressati ripiantati

Ma perché si spezzano i coralli? Accade quando l’acqua di mare raggiunge e mantiene per diversi giorni temperature troppo alte; così questi animali del mare iniziano ad andare sotto stress e perdono la caratteristica pigmentazione, diventando di un bianco spettrale. Questo succede perché termina la simbiosi tra polipi e alghe unicellulari chiamate “zooxantelle”, che conferiscono una colorazione bruno-verdastra e che vivono al loro interno. L’espulsione delle stesse comporta che del corallo rimane visibile solo il polipo in carbonato di calcio.

 

Solo in queste precise condizioni il corallo può crescere e riprodursi.

  • la temperatura media dell’acqua durante l’inverno deve essere sempre maggiore di 20°C (ma gli aumenti di temperatura anche solo di 1-2°C per 4-8 settimane, possono portare allo sbiancamento poiché i coralli vivono già vicini alla soglia termica massima);
  • la salinità deve rimanere costante (cambiamenti nella composizione chimica dell’acqua, specialmente del grado di salinità a seguito ad esempio di forti piogge, sono fattori dannosi);
  • deve essere assicurata la presenza di molta luce.

Tra polipo e alga prende vita la  “simbiosi mutualistica”, il che significa che entrambe le specie hanno un vantaggio nello stare insieme. Le alghe infatti, grazie alla fotosintesi clorofilliana, forniscono al polipo energia sotto forma di zuccheri, producono ossigeno ed eliminano anidride carbonica (che potrebbe formare acido carbonico e danneggiare lo scheletro calcareo dei polipi). In cambio, il polipo offre protezione alle microscopiche e numerosissime alghe ospiti. In generale i coralli sono molto dipendenti da questa relazione simbiotica, ricevendo fino al 90% del fabbisogno energetico attraverso questo processo.

In che modo rimediare? Con l’attività nota anche come Coral gardening (significa letteralmente coltivare i coralli, far ri­crescere i coralli per riempire quello spazio vuoto che una volta era occupato dal reef), si procede a ripiantarli, legandoli con delle fascette e dritti attorno a una grande griglia di ferro rialzata (l’importante è che sia stabile) e che viene poi portata su una banchina e fatta tuffare in acqua, fino a farle raggiungere i fondali. Così, con il tempo, i coralli tornano a vivere e a crescere in modo sano.

Coral planting alle Maldive

La struttura con i coralli piantati prima di essere riposta sui fondali

Ma non va dimenticata l’attività di monitoraggio, importante tanto quanto la preparazione, perché i coralli durante le prime fasi di crescita sono sicuramente più vulnerabili. E’ necessario infatti mantenerli puliti da alghe a altri agenti patogeni, con uno spazzolino, pulendoli una volta o due a settimana per assicurarsi una crescita salutare.

In genere, l’Acropora nobilis, ovvero a crescita rapida e a rami lunghi,  è una delle più semplici da allevare, perché crescono velocemente, sono facili da recuperare e da fissare sul frame. Se le condizioni fondamentali come luce, temperatura dell’acqua e ondosità sono adeguate, il nuovo “patch” di coralli crescerà senza problemi, come sta già accadendo per quelli piantati precedentemente su altri 80 supporti nel mare del resort. Una rinascita indotta che commuove quando si fa snorkeling nell’area con maschera e boccaglio.

Corallo ramificato

Un esempio di corallo ramificato stressato

Per raggiungere il Siyam World Maldives, una volta atterrati a Malé, la capitale dell’Oceano Indiano, si sale a bordo degli idrovolanti della Trans Maldivian Airways, fino a destinazione. Il tempo di crociera tra gli atolli che regalano panorami mozzafiato dall’alto è circa 40 minuti.

Nessun Commento

Commenta...