Comida mineira all’Ambasciata del Brasile: ecco com’è andata
La Comida mineira all’Ambasciata del Brasile è il focus del racconto che trovate in questo nuovo post. Piccola premessa: non sono una assidua frequentatrice di ambasciate a Roma. Ma quando l’invito è l’opportunità per viaggiare con i sapori in luoghi lontani, pur restando in città, non perdo l’occasione. È il caso dell’esperienza che state per leggere, vissuta di recente. Una serata che aveva come focus la comida mineira, una delle migliori cucine regionali del Paese sudamericano, abbinata a un cocktail tasting pensato per valorizzare ogni portata. A realizzare il menu e i drink proposti agli ospiti dell’ambasciatore Renato Mosca de Souza, arrivando direttamente da oltreoceano, sono stati gli chef Edson Puiati e Ronie Peterson e il mixologist Victor Quaranta, offrendo un autentico assaggio di sapori e tradizioni di Minas Gerais (stato del Sudeste che confina a sud con Rio de Janeiro), ma con un tocco creativo personale.
Insomma, la prospettiva era decisamente interessante. Così, nonostante la stanchezza per la missione a Torino che avevo appena seguito come consulente della commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie, mi sono scelta un bell’abito vintage dal mio guardaroba, mi sono truccata e pettinata e con un paio di bebè comode ma elegantissime di vernice, sono uscita di casa e ho raggiunto il centro storico dove si trova la casa dell’ambasciatore. Beh, più un palazzo che una casa per come la intendiamo noi, considerando il succedersi di sale affrescate con porte di specchi della dimora che offre un affaccio unico su Piazza Navona, ammobiliate con arredi d’epoca preziosi.
Comida mineira all’Ambasciata del Brasile: il welcome drink
Il benvenuto prima di accomodarci ai tavoli è stato all’insegna di Kir surreal, un welcome drink a base di shrub di jabuticaba, spumante brut e timo fresco. Una reinterpretazione del cocktail classico che porta originariamente liquore di cassis e uno sciroppo dolce e acido di jabuticaba, frutto che esplode in bocca, nero fuori e bianco dentro, ingrediente principale per prodotti come marmellata, liquori e persino distillati. Un delizioso calice che ho davvero apprezzato, anche grazie ai racconti su questa materia prima notevole di un brasiliano ospite come me alla soirée. E proprio mentre sorseggiavo la bevanda tra offerte di arachidi a braccio e riflettevo sul fatto che avrei trascorso una splendida serata ma senza conoscere nessuno, si sono palesati la mia amica e collega giornalista Francesca Spanò e il content creator David Pinto, che spesso coinvolgiamo con l’agenzia di comunicazione Bortolan & Carnevali, negli eventi che organizziamo per conto dei vari clienti in portfolio. Così la cena ha acquisito, se possibile, un ancora migliore sapore.
La ricchezza dello stato Minas Gerais: cosa aspettarsi
Spalancata la porta della sala della cena, dove ad attendere noi ospiti c’era una band di musica bossa nova, per traghettarci ancora di più nelle atmosfere brasiliane, l’ambasciatore ha salutato i suoi ospiti sottolineando le bellezze del territorio protagonista con la sua cucina e che merita di essere visitato per il ricco patrimonio di chiese barocche di Ouro Preto, Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco. Ma anche per il suo passato coloniale e minerario, in quello che fu il centro della corsa all’oro dello sconfinato Paese sudamericano. O altresì, per il suo caffè di qualità, essendo Minas Gerais il maggior produttore di oro nero del Brasile, da ordinare in uno dei bar dell’elegante quartiere alla moda di Savassi a Bèaga (così la gente chiama la capitale Belo Horizonte) o all’Accademia do Café, sempre in città. E ancora per la cachaça (distillato di canna da zucchero) da gustare ad esempio al Mercado Novo di Belo Horizonte o nei cocktail al sofisticato Garagem do Cab in zona Lourdes; per i formaggi (su tutti il Queijo mineiro, bianco e tipico) e per la sostanziosa e abbondante comida mineira, i cui piatti imperdibili sono il tutu à mineira (purea di fagioli con lonza di maiale arrosto, cavolo e uova sode) e il feijāo tropeiro (fagioli con farina di manioca tostata, cotenna di maiale e salsiccia). Entrambi da leccarsi i baffi, come il dessert doce de leite o la goiabada cascão com queijo (dolce di guada con formaggio).
Comida mineira all’Ambasciata del Brasile: piatti e cocktail
La cena placée iniziata con il couvert proponeva una crocchetta di pollo con ora e marmellata di pepe e biscotto polvilho con jiló e coriandolo. Devo dire, molto delicata, sono riuscita a mangiarla anche io che il coriandolo proprio non lo sopporto. In abbinamento è arrivato il Minas spritz, uno shrub di jabuticaba aperol, prosecco e arancio, per un cocktail che unisce Brasile e Italia in una reinterpretazione all’insegna dell’amarezza fruttata rinfrescante e potente, che interagisce con il piatto perché il gas frizzante “pulisce” il grasso della crocchetta di pollo.
L’entrada è stata una pamonha di mais con ragù di salsiccia e fonduta di pequi, accompagnata in abbinamento al Bianco Negroni Pequi, a base di gin, vermouth bianco secco, liquore di equi, angostura Orange e fiore d’arancio. Una veste “mineria” per il Negroni, in questo caso asciutto con fondo dolce, fruttato e profumato floreale, grazie al pequi, inizialmente usato solo in cucina con riso e pollo per esempio e ora in un cocktail per dare personalità e profumo al drink.
Per il piatto principale la scelta è ricaduta sulla pancetta di maiale laccata con marmellata di latte, bevuto di tutu e cipolla chutney con pancetta. In abbinamento c’era la Coda di gallo (traduzione dell’inglese cock tail, a base di cachaça invecchiata e amburana affumicata, liquore italiano Amaretto, vermouth rosso e sciroppo di budino con fiore di sale, decorato con marmellata di latte. Un cocktail che arriva in Brasile negli anni Cinquanta come alternativa al Negroni italiano, utilizzando cynar e cachaça, per una bevanda che rappresenta Minas Gerais, soprattutto se l’invecchiamento passa per le botti come nel caso della cachaça amburana. A loro il titolo di piatto e drink con più peso, dove l’affumicato della cachaça condisce la pancia di maiale laccata con dolce de leite e integra il chutney.
Dulcis in fundo, il dessert: il riso dolce con marmellata d’arancia (brûlé), offerto insieme al Contagem das abóboras, un liquore al limone, sciroppo di zucca, spumante demi-sec e arancia. Contagem, una città metropolitana di Belo Horizonte, era una regione importante per il bestiame e le piantagioni, comprese quelle della zucca, particolarmente apprezzate dai bandeirantes, gli avventurieri portoghesi e brasiliani che presero parte alle “bandeiras”, o spedizioni esplorative. Questo cocktail è come un Bellini veneziano, ma invece delle pesche bianche usa lo sciroppo di zucca e limone capeta.
La storia del bellissimo porta-tovagliolo
Insolito ma vero, vale la pena menzionare per la sua bellezza e storia il porta-tovagliolo scelto per la serata, che poi è andato a ruba come cadeau da ripotare a casa: una pianta sempre viva di Minas Gerais, patrimonio immateriale dello Stato, che nasce tra le pietre, in un ambiente ostico, e viene raccolta solo da donne. Il suo fiore bianco è talmente grazioso che si ritrova protagonista in tanti oggetti di artigianato locale.
Comida mineria all’Ambasciata del Brasile: considerazioni finali
Dalla pietra alla tavola, a Roma è stata portata così tanta cultura dello stato del Minas Gerais, in un’affascinante rilettura ad hoc di piatti della tradizione che si trovano nelle case di tutte le famiglie dello stato che è il doppio per estensione rispetto all’Italia e che conta ben 853 comuni. Da una parte è andata in scena la cucina di Minas “tropera”, che trae origine dal cibo degli esploratori a cavallo che, tre secoli fa, dovevano portare con sé provviste secche capaci di mantenersi nel tempo senza rovinarsi. Dall’altra, è stata omaggiata la cucina di campagna, con le aziende agricole produttrici di una delle dispense culinarie più sostenibili del mondo perché si mangia quello che viene piantato, che cresce nel territorio. Così il caffè locale proviene da una cultura rigenerativa e in Italia ne arriva il 30 % (dopo aver destato interesse anche in figure di rilievo nel settore come Ernesto Illy).
Si dice che la migliore cucina del Brasile sia a Minas Gerais. <<Per il momento perché vogliamo essere i migliori del mondo>>, raccontano gli chef Edson Puiati e Ronie Peterson, ai loro ospiti italiani, aggiungendo che <<la cucina italiana ha sempre influenzato la nostra, ci ha lasciato una grande eredità>>.
Ed è proprio dall’incontro di due Paesi di grande tradizione gastronomica che riparte la promozione del Brasile, <<una destinazione turistica che al momento conta sei milioni di visitatori stranieri all’anno, nonostante la grande varietà di paesaggi. Troppo pochi>>, commenta l’ambasciatore invitando ad andare a scoprire le bellezze di Minas Gerais. Dove manca il mare, ma non se ne sente la mancanza, grazie alle scenografiche cascate, al barocco brasiliano, alla tradizione culinaria e non per ultimo in ordine di importanza, all’accoglienza particolarmente gentile di persone ospitali e generose. Sta inoltre per arrivare il volo Ita Airways che collegherà l’Italia a Belo Horizonte.
Si può vivere tutto questo in tre ore? Ebbene sì, basta avere occhi e cuore ben aperti e una persona in ambasciata che si ricorda di te e del tuo pezzo, dopo la conferenza stampa, sulla mostra dell’indimenticato Ayrton Senna, che trovate a questo link. Lei si chiama Simone Resende e la ringrazio infinitamente.
Per altri viaggi culinari da vivere oltre a Minas Gerais restando in città, potete leggere il post sulla cucina iraniana di Tanur e quello sulla tavola eritrea ed etiope di Sahara.