Cosa fare a Seul: tutte le esperienze più straordinarie nella capitale della Corea del Sud
Seul è una delle capitali che mi ha più colpito. Ci sono stata quattro notti, il tempo sufficiente per esplorarla dedicandomi alle esperienze più autentiche in città e spingendomi fino al confine con la Corea del Nord. Una gita in un’area demilitarizzata che separa i due Paesi lungo il 38esimo parallelo, e che almeno per gli aspetti che più mi interessano, come la storia, è stata la giornata che da sola è valsa il viaggio. Questo non vuol dire che siano da meno le altre avventure che ho vissuto nella metropoli della Corea del sud tra sessioni di shopping dedicate alla beauty routine, passeggiate nei villaggi tradizionali con le antiche case di legno, indossando dei bellissimi abiti d’epoca presi in affitto, spa notturne, karaoke e delizioso street food tradizionale coreano. In questo post anche molto fotografico trovate diversi spunti, per chi cerca cosa fare a Seul, se l’obiettivo è vivere la vacanza come qualcosa di autentico e straordinario.
Cosa fare a Seul: tutte le esperienze per un viaggio straordinario nella capitale della Corea del Sud
- Comprare prodotti di bellezza a Myeong-Dong. Siamo nel regno dei negozi per appassionati di cosmesi e beauty, con “grandi pupazzi” appena fuori dall’ingresso che annunciano promozioni o anche delle simpatiche ragazze butta-dentro, che invitano a sbirciare all’interno. Tra i prodotti di bellezza, conquistano le maschere per il viso, di tutte le tipologie e ingredienti, dalla bava di lumaca fino alla placenta.
- Fare shopping sfrenato alla Dongdaemun Fashion Town. Si trova a ridosso dell’avveniristica struttura in alluminio firmata dagli archi-star Zaha Hadid e Samoo. I mall qui restano aperti fino alle 5 del mattino e sono ideali per acquistare articoli moderni. Non mancano i prodotti più tradizionali venduti nei mercatini della zona.
- Mangiare lo street food coreano. Se al centenario Gwangjang Market, si va per assaggiare le frittelle di fagioli Mung, i ravioli al vapore, gli gnocchi di riso o gli involtini di sushi, spostandosi a Seoul station, ci si ritrova tra le viscere e i vapori del Namdaemun market, il più popolare e storico di tutta la Corea del Sud, con i suoi sei secoli di vita. A prezzi bassissimi, si ordinano delle gustosissime zuppe di noodle ( dette “Kalguksu”) e dell’ottimo pesce spada brasato (il “Galchi jorim”). Per arrosticini e spiedini di calamari, c’è Insa-dong, la più popolare strada dello street food (qui si compra bene anche l’artigianato locale e si fanno ottimi affari per i pregiati “Hanbok”, gli abiti tradizionali coreani).
- Passeggiare per Seul in abiti d’epoca. Bastano meno di dieci euro, per affittare un costume d’epoca per 60 minuti e sentirsi, in giro per la città, una donna aristocratica del Seicento. L’ideale è visitare in “Hanbok” la Stanza del trono e il Giardino segreto del Changdeokgung Palace, per un vero e proprio tuffo indietro nei secoli, in un’area un tempo accessibile solo ai membri della famiglia reale.
- Concedersi un tour tra le case coreane tradizionali. Sono dette “Hanok” e furono abitate nei secoli passati dagli aristocratici. Si trovano a Bukchon, un’area di Seul in cui le antiche dimore oggi sono rinate ristoranti, gallerie d’arte ed eleganti sale da tè (dove consiglio di ordinare l’infuso allo zenzero). O, ancora, a Namsangol, nel cuore della metropoli ma decisamente meno turistica (contattate una guida locale per essere accompagnati in tour, sempre possibile eccetto il martedì).
- Salire in funicolare alla torre panoramica della città. La Namsan Seoul Tower è “the place to be” per tutte le coppie, che da lassù si godono lo scenario mozzafiato che regala l’osservatorio. Prima di andare via, non dimenticate di incatenare il vostro lucchetto dell’amore al piccolo ponte della torre.
- Andare a cena nei ristoranti di Itaewon. Tra insegne luminose dei suoi ristoranti, a Itaewon street si mangiano in un solo luogo tutte le cucine del mondo. In primis, ovviamente, quella coreana. Il suo piatto più famoso è il Bibimbap, a base di riso e ingredienti salutari; ma sono popolari anche il Kimchi (verdure fermentate con spezie), servito a ogni pasto, e il Bulgogi (carne di manzo marinata in salsa di soia). Per il dopocena la strada diventa una vibrante zona della movida, anche gay-friendly (in particolare Homo Hill).
- Fare il Karaoke nella Seul hipster. Il distretto universitario di Hongdae, che vanta anche diversi ramen bar appena fuori dalla stazione metropolitana, permette di trascorrere una serata all’insegna del “Noraebang”, l’amatissimo e popolarissimo karaoke. Ma come funziona? Si prenotano delle salette adibite al canto (a pochi euro l’ora), dove in comitiva e senza dimenticare coperte, drink e snack, si trascorre il tempo cantando, quando arriva il proprio turno, intramontabili brani del celebre k-pop coreano e non solo.
- Rilassarsi in sauna (anche) di notte. Trascorrere qualche ora in un “Jjimjilbang”, ovvero in una sauna tradizionale sudcoreana, dove è possibile andare di notte e persino fermarsi a dormire, è molto popolare. Io ho provato la “Dragon Hill Spa”, di fronte alla stazione della metropolitana Yongsan. Il biglietto di ingresso varia tra i 6 e i 12 euro, e si riceve in dotazione una coppia di asciugamani, oltre a un pigiama da usare solo nelle aree comuni (sala videogiochi, bar e piccolo cinema per le serie tv). Gli ambienti riservati alle vasche e alle saune – separate per donne e uomini – sono accessibili solo se nudi. Vale la pena rilassarsi nella grande sala riscaldata (sono i pavimenti a emanare calore a Seul), su dei materassini dove molti sudcoreani si dedicano allo stretching.
- Visitare la Zona Demilitarizzata tra le due Coree. Nel territorio cuscinetto lungo il 38esimo Parallelo, creato con l’armistizio firmato dopo il conflitto del 1950-1953, si accede partecipando a un tour organizzato da Seul. È la “ZDC” e visitarla permette di conoscere le storie di tante famiglie divise e mai più riunite, ma anche di poter osservare, grazie a un binocolo, la parte più meridionale della Corea del Nord. Una terra grigia, apparentemente disabitata, dove si sente risuonare della musica da grandi altoparlanti. Una volta raggiunta la bocca di uno dei quattro tunnel scoperti dai sudcoreani, fatti costruire da Pyongyang per invadere e conquistare Seul, si entra per percorrerne un tratto. La tappa finale è alla stazione ferroviaria di Dorasan, che con i suoi treni, quando si poteva varcare il confine, univa le due Coree. Da visitatore, non dimenticate di farvi mettere un timbro-ricordo della stazione su dei won di carta (che valgono meno di un euro).
Come volare a Seul dall’Italia. Io vi consiglio – avendola provata – la finlandese Finnair, specializzata in voli con servizi eccellenti a brodo e a lungo raggio tra l’Oriente e l’Europa, grazie alla posizione strategica del suo hub di Helsinki-Vantaa, dove è possibile anche fare la sauna nella lounge (se il biglietto è di una classe di viaggio che la ricomprende). Nel Duty Free, poi,non mancano curiosi prodotti tipici della terra delle renne e delle aurore boreali. Il volo Finnair verso Seul, infine, regala emozioni inaspettate: poco prima di atterrare in Corea del Sud infatti, si viene rapiti da un’alba mozzafiato nel deserto del Gobi.